In questo periodo l'India non è proprio una metà per turisti visto i problemi diplomatici ma è comunque un posto da visitare, per questo ne voglio parlare. Non è un paese difficile da visitare perchè ci si muove con pochi soldi, si dorme con pochi soldi e si mangia con pochi soldi. Le strade sono sempre sporche e impolverate ma chi di voi a viaggiato in Oriente sarà ormai abituato, forse è anche questp il bello di questi posti. Da Dheli potete raggiungere Calcutta in pulman, passando magari per Dheradung e Varanasi. Le strade in India sono molto pericolose quindi cazziate senza pietà l'autista se corre o fa manovre azzardate (succede spesso). Ci sono posti rurali indimendicabili, difficile da spiegare con un post le sensazioni di quei posti. Vi assicuro però che questo paese merita una visita. Non è un posto adatto a tutti, molto spesso nei posti economici l'igiene non è il massimo, il cibo può essere sgradito e in alcune zone il caldo si fa sentire assai. Ovvio dipende da dove andate l'India è immensa. Per quanto abbiate letto e sentito raccontare, l’esperienza di un viaggio in India non si può trasmettere appieno: dovete viverla direttamente, assaporarla con tutti i vostri sensi. Sentirete nelle strade la fragranza del legno di sandalo o dei gelsomini che il venditore vi offre con grazia, vedrete i picchi dell’Himalaya e le infinite spiaggie di Goa e della costa meridionale, gli atolli corallini e le acque interne del Kerala, i fiumi, i villaggi e le foreste tropicali. La diversità di razze, di culture, di linguaggi, di ambiente, disegnano in India scenari sempre diversi. Nel deserto del Rajasthan vedrete processioni di cammelli che trasportano pesanti carichi; nelle riserve vedrete tigri, leopardi, elefanti, uccelli di ogni sorta; lungo le strade incontrerete lente, indolenti vacche sacre. Gusterete un autentico té inglese nei grandi alberghi, sarete catturati dalla grazia delle danzatrici, vi unirete alla folla gioiosa che celebra i suoi festival… gli splendori dell’India non hanno fine.
giovedì 21 marzo 2013
Trip in India
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mercoledì 20 marzo 2013
Clima Nepal
Il Nepal è uno stato incastonato tra Tibet e India il cui territorio scende dalle altitudini massime della terra, coi suoi giganti himalayani oltre gli 8.000 metri, fino alle basse pianure del Terai che sono a malapena un centinaio di metri sul livello del mare. Questo ci potrebbe far intuire che le temperature che ci troviamo sono ben variegate. Nonostante tutto invece il Nepal è uno stato che ha in generale un clima mite.
Il Nepal ha fondamentalmente due stagioni: la stagione dei monsoni e la stagione secca.
La stagione monsonica inizia a fine maggio inizio giugno e finisce a fine settembre inizio di ottobre. Le piogge sono più battenti nel Terai, la fascia a Sud del paese, dove vi è un clima caldo e umido. Nella Valle di Kathmandu invece le piogge sono spesso intermittenti e non è strano trovare una settimana di sole anche in luglio o agosto, anche se minacciata da grosse e basse nubi plumbee che girano attorno nel cielo. La temperatura comunque è calda ma gradevole. In questa stagione non è consigliato mettersi a fare un trekking perché il più delle volte può rivelarsi pesante camminare tra il fango e anche perché in questi mesi di solito le montagne non sono visibili perché le nubi basse ne coprono le alte vette. E’ bello invece dedicarsi alle visite culturali delle antiche capitali e dei villaggi che sono circondati dal verde acceso delle risaie punteggiate dai colori sgargianti dei saree delle donne. L’unica regione che è secca anche in periodo monsonico è il Mustang. Il piccolo regno tra le montagne. Qui ci si può anche cimentare in un trekking senza bagnarsi anche nei mesi estivi.
La stagione secca inizia a ottobre e finisce a maggio. Le temperature più basse sono tra fine dicembre e febbraio incluso. Tenete conto che comunque nella Valle di Kathmandu, anche se è a una quota tra i 1.300 e i 1.400 metri, di notte si va raramente sotto lo zero e praticamente non nevica mai. E’ successo qualche anno fa ed è stato un evento di portata nazionale visto che a Kathmandu non nevicava da più di 60 anni. Quindi tutto sommato i nepalesi della Valle godono di un inverno con ottime temperature rispetto al nostro. A me è successo di stare a mezze maniche in capitale durante il mese di dicembre.
In alta montagna invece il termometro scende ben volentieri e bisogna coprirsi con un buon piumino e attrezzarsi ad affrontare notevoli escursioni termiche nel corso della stessa giornata.
Durante la stagione secca però da aprile a maggio si registrano le temperature più alte in assoluto e l’afa è davvero tanta ovunque. In questi due mesi solitamente si fanno la maggior parte delle grandi spedizioni di ascesa agli 8.000, proprio perché sono i mesi più secchi e caldi. In Terai si boccheggia e il caldo è davvero fastidioso. La fascia a sud del paese al confine con l’India è la zona che ha le temperature più alte in ogni stagione.
Questa fascia di terra che è per lo più pianeggiante ha un clima tropicale molto simile a quello che si trova in India mentre invece la valle ha un clima mite d’inverno con un caldo più che sopportabile d’estate. Insomma un piccolo paradiso.
I mesi migliori per visitare il Nepal sono ottobre e novembre, quando il monsone è finito, il cielo è terso, le temperature sono miti e le montagne si vedono a perdita d’occhio. In questi mesi le rotte dei trekking sono molto battute, soprattutto quelle che partono da Pokhara verso la regione dell’Annapurna. I colori dominanti sono l’ocra e i marroni della terra dove è appena stato colto il riso e il bianco delle cime dell’Himalaya che finalmente si fanno vedere. Questi mesi sono comunque ottimi anche per recarsi a sud nel Terai per visitare i parchi e le riserve naturali delle grandi pianure, dove finalmente non c’è così caldo e il sole è più che sopportabile. Resta inteso che è comunque un paese che può essere visitato tutto l’anno.
Qui il sito ufficiale per la meteorologia in Nepal
http://www.mfd.gov.np/
qui un sito meteo internazionale che da le previsioni su Kathmandu
martedì 19 marzo 2013
Documenti Nepal
DOCUMENTI NECESSARI PER L’INGRESSO IN NEPAL (aggiornato 19 Marzo 2013)
Passaporto: necessario, con validità residua di almeno sei mesi e comunque superiore al periodo di permanenza nel Paese.
Visto d’ingresso: obbligatorio. E’ possibile ottenere il visto direttamente all’ingresso nel Paese presso la frontiera terrestre o all’aeroporto di Kathmandu presentando il passaporto (con validità residua di almeno sei mesi al momento dell’arrivo) e due foto tessera. E’ inoltre possibile ottenere il visto presso il Consolato Onorario del Nepal a Roma (Largo C. Grigioni 7/8 - 00152 Roma; tel.: 0039 0653293402/403/405Passaporto: necessario, con validità residua di almeno sei mesi e comunque superiore al periodo di permanenza nel Paese.
Il visto ad ingressi multipli costa 25 dollari USA per 15 giorni di permanenza; 40 dollari USA per 30 giorni di permanenza; 100 dollari USA per 90 giorni di permanenza.
Nel caso ci si rechi in Nepal con un volo in transito per l’India, si consiglia di munirsi di un visto di transito da richiedere alle Autorità consolari indiane in Italia; in assenza del visto non è possibile lasciare la zona aeroportuale (es. in caso di ritardi nelle coincidenze).
Non è consentito svolgere attività lavorative né di volontariato con il visto turistico. Eventuali violazioni potrebbero essere perseguite dalle autorità nepalesi anche in sede penale.
Il Governo nepalese ha autorizzato la “Trekking Agency Association of Nepal” (TAAN) e il “Nepal Tourism Board” (NTB) ad adottare un sistema di registrazione dei turisti stranieri denominato “Trekkers’ Information Management System” (TIMS). Chi si reca in Nepal per effettuare un trekking, inclusi coloro che non fanno parte di un gruppo organizzato, devono essere in possesso di una carta TIMS emessa dalle agenzie TAAN o dal NTB. In caso di emergenza, questo sistema aiuterà le autorità locali a individuare i turisti. Le carte TIMS possono essere richieste in Nepal presso agenzie di trekking autorizzate, presso gli uffici TAAN di Kathmandu e Pokhara o presso l’ufficio NBT a Kathmandu.
Formalità valutarie: all’ingresso nel Paese vi è l’obbligo di dichiarare il possesso di valuta oltre i 2000 dollari USA. La mancata dichiarazione è considerata un reato. Le Rupie nepalesi non sono esportabili.
Per i viaggiatori provenienti dall’India che posseggano Rupie indiane si fa presente che sono accettate, e consentite, le banconote in Rupie indiane di taglio non superiore alle 100 Rupie. Non e’ ammessa l’importazione di banconote da 500 e da 1.000 Rupie indiane.
Negli alberghi e nei negozi più strutturati della capitale sono accettate le carte di credito internazionali (visa, ecc.) a condizione che non siano state rilasciate da un Istituto bancario indiano.
Negli alberghi e nei negozi più strutturati della capitale sono accettate le carte di credito internazionali (visa, ecc.) a condizione che non siano state rilasciate da un Istituto bancario indiano.
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lunedì 18 marzo 2013
La terra mitica di Gengis khan
Della Momgolia non ho per ora notizie fresche perchè sono stato in questo paese nel 1993, inserisco in questo post quello che ricordo sempre nella speranza che sia d'aiuto ai viaggiatori. Se avete informazioni recenti siete invitati ad inserire un post.
Nella capitale Ulan Bator, visita al Ganden Choeling ornato dai Buddha del mitico scultore ZanabazarNei
Gobi, i 108 stupa bianchi che circondano il tempio di Erdene Zu. A Darhan, il
grande monastero di Guru Deva.
Completamente racchiusa tra Cina e Russia, la Repubblica Mongola - detta
Esterna per distinguerla da quella Interna, che è parte integrante della Cina -
si è staccata dall’Unione Sovietica all’inizio degli Anni Novanta, diventando
uno stato indipendente. Ma la sua peculiare posizione geografica e la ancora
scarsissima presenza industriale la rendono tuttora completamente dipendente
dalla Russia per l’approvvigionamento di combustibile, zucchero, quaderni,
pneumatici...
Se il
vostro pullman ha un guasto, non è detto che l’autista troverà il pezzo di
ricambio necessario; e non stupitevi se il ristorante dell’hotel vi serve per
tre giorni di fila lo stesso menu.
Può anche
accadere che, benché in Mongolia ci siano più mucche che abitanti, nella
capitale Ulan Bator manchino il latte o il burro. Il motivo è semplice: non sono
arrivati in città perché mancava la benzina per trasportarli in camion dalle
campagne.
Nei pochi
negozi, non è raro vedere lunghissime code di gente che cerca di accaparrarsi
qualche particolare articolo appena arrivato e destinato a sparire di lì a
poco.
La terra di
Gengis Khan, eroe nazionale, comunque, è un paese incantevole, dal punto di
vista naturalistico come da quello spirituale.
I due
milioni di abitanti sono sparsi su un territorio vasto cinque volte l'Italia,
diviso geograficamente in due grandi aree.
Al Nord, la
zona delle colline e delle montagne è ricoperta da foreste e pascoli sterminati,
punteggiati dalle «yurte», le tende circolari dei pastori nomadi, e da
un’immensa quantità di capi di bestiame, da cui i mongoli ricavano cashmere di
pregio, cuoio, latte, burro e un ottimo yogurt.
La bellezza
di questi pascoli - percorsi dai mongoli a cavallo, con la proverbiale abilità
che li fa cavalcare a pelo a velocità sfrenata - ha ispirato affascinanti canti
popolari, che i pastori cantano accompagnandosi con strumenti tradizionali, tra
i quali spicca una sorta di balalaika.
Al Sud, c’è
un’immensa area semidesertica, il mitico deserto dei Gobi, in cui molti situano
la dimensione terrena di Shambala, la Terra Pura ricercata invano da tanti
viaggiatori, accessibile solo agli animi senza macchia.
Qui si
trova uno dei più antichi monasteri della Mongolia, Erdene Zu, circondato da 108
stupa bianchi.
La
tradizione spirituale della Mongolia è in tutto e per tutto uguale a quella
buddista del Tibet. L’intensa vita religiosa, animata fino agli inizi del secolo
da un grande numero di monasteri, fu bruscamente spezzata circa ottant’anni fa
dalle distruzioni compiute dai comunisti russi. Pochissimi templi furono
risparmiati.
Soltanto
nell’ultimo decennio, nella grande fatica dell’indipendenza ritrovata, i mongoli
hanno potuto riscoprire anche la libertà religiosa: i monasteri rimasti hanno
cominciato velocemente a ripopolarsi e in molte zone del paese sono state
avviate opere di ricostruzione e restauro.
Per
finanziare i lavori di ricostruzione dei monasteri, si fanno collette che
riducono a zero i già magrissimi salari (dieci dollari o poco più al mese: la
moneta nazionale, il Tugrik, non vale quasi la carta su cui è stampata). A
volte, più semplicemente, si pianta una «yurta» tra le rovine del
monastero.
Il viaggio
inizia a Ulan Bator, la capitale con vecchi palazzi in stile sovietico e con
monumentali viali. Qui è sopravvissuto alle distruzioni il monastero di Ganden
Choeling, dove è possibile ammirare splendide opere sacre, in particolare i
Buddha in bronzo di Zanabazar. Il mitico scultore del XVII secolo aveva studiato
nei monasteri del Tibet imparando le tecniche dell’arte sacra che poi
reinterpretò con una finezza straordinaria.
A Ulan
Bator si può assistere anche a spettacoli teatrali in costume, in cui non
mancano i tradizionali numeri di contorsionismo.
Si prosegue
tra montagne e pascoli verso la seconda città della Mongolia, Darhan: dietro
l’ennesima curva improvvisamente si staglia la mole del monastero di
Amarbayasgalan. È un' enorme costruzione dai tetti a pagoda, circondata da mura
rettangolari. Dopo quasi settant'anni di abbandono, un’imponente opera di
restauro è stata avviata sotto la guida del grande lama ultraottantenne Guru
Deva nel 1993.
E qui è
possibile sperimentare la vera vita dei mongoli: si dorme nelle «yurte», che il
monastero ha attrezzato per i visitatori, e ci si risveglia circondati dalla
natura ancora incontaminata e immersi nei canti di preghiera dei
monaci.
Partenza da Mosca o da Pechino
Il viaggio - La capitale, Ulan Bator, è raggiungibile in aereo da Mosca o da Pechino. Oppure, per i più coraggiosi, in treno, sempre da Mosca o da Pechino, con la mitica Transiberiana.Il visto - In Italia non ci sono ambasciate Mongole e quindi per il visto è necessario rivolgersi all'Ambasciata Mongola con sede a Ginevra (Svizzera).La profilassi - Non è richiesto nessun tipo di vaccinazioni. (Attenzione a mangiare la carne).La stagione - Il clima è freddo: nel mese più caldo, luglio, si raggiungono i 20 gradi, 30 nella zona del deserto dei Gobi. I mesi migliori per visitare la Mongolia sono quindi luglio e agosto ed è necessario comunque portare con sé abiti pesantiLa valuta - La valuta locale è il tugrik, che può essere ottenuta soltanto sul posto cambiando dollari americani.Hotel Ulan Bator - http://www.bayangolhotel.mn/
Travel in Nepal
In Nepal sono stato quattro volte ma vorrei raccontare la mia prima esperienza, nei prossimi post inserirò invece notizie recenti su dove andare e cosa fare in questo paese.
Nella mia prima esperienza con il Nepal non avendo molti soldi a disposizione presi una compagnia aerea poco costosa ma anche molto rischiosa, anche in considerazione del fatto che l'aeroporto di Kathmandu è molto pericoloso per la sua posizione. La compagnia di bandiera del Bangladesh la Biman con scalo di una notte a Dhacca, la realtà di povertà in questa città è lontana da noi anni luce.
Detto questo sono arrivato a Kathmandu senza problemi, all'aeroporto si pagano 40 dollari di visto turistico valido 30 giorni. Sono arrivato senza alcuna prenotazione e abbiamo trovato con facilità un appartamento in affitto per alcuni giorni. Nei giorni successivi oltre a visitare Kathamndu ho cercato una guida per un Trekking sulll'Annapurna e siamo partiti per Pokhara insieme ad altre sei persone in gruppo. Il viaggio per Pokhara è su una strada con strapionbo ed in fondo scorre impetuoso il fiume, la strada è pericolosa e gli autisti nepalesi non hanno fama di essere abili al volante. Pokhara è una cittadina tranquilla dominata dall'Himalaya. Il Trekking è durato 15 gg dormendo in rifugi montani, spesso pioveva perchè il trekking lo abbiamo fatto in Agosto mese monsonico e la cosa più noiosa erano delle piccole sanguisughe tipo vermi, questi animali si arrampicano partendo dalle scarpe e attratti dal calore del corpo cercano un punto per iniziare a succhiare il sangue. Sono piccoli ma numerosi e molto fastidiosi in questo periodo. Siamo arrivati fino a Tatopani (acquacalda) dove c'erano delle meravigliose pozze di acqua termale accanto ad un fiume montano, sovrastato dalla mantagna con numerose aquile che volteggiavano alte nel cielo. Scendendo a valle di nuovo verso Pokhara il paesaggio cambia radicalmente e diventa sempre più colorato di verde, numerose sono i terrazzamenti per la coltivazione. Dopo il Trakking siamo stati alcuni giorni nel Parco Nazionale del Chitwan, dove a dorso di elefanti siamo andati a vedere i rinoceronti i libertà.
Tornati a Kathmandu e salutati i compagni di escursione, mi sono dedicato a visitare i d'intorni di Kathamandu. Sono stato a Parphing, luogo dove i tibetani venerano Tara e a Nagarkot posto meraviglioso da dove ammirare la catena Himalayana.
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domenica 17 marzo 2013
Viaggiatore o perditempo
Viaggiare per mettere una bandierina sulla Nazione visitata, o per mettere un timbro in più sul passaporto è certo uno sport praticato. In questi casi viaggiare è da perditempo, in tutti gli altri casi viaggiare è importante. Per chi studia, per chi vuole lavorare, per chi vuole trovare un pò di pace lontano dalla propria realtà, etc.. Nel mio caso ho sempre cercato di legare il viaggio ad una esperienza conoscitiva, forse per questo viaggio esclusivamente verso l'Asia, zona che è anche oggetto dei miei interessi e dei miei studi accademici a suo tempo. Con il tempo gli interessi si affinano e si apprezzano le cose più semplici, sfuggite spesso nei primi viaggi. Non è sempre facile spiegare quale necessità spinge il viaggiatore, che spesso è additato come una persona che non ha niente da fare e non vuole fare niente, la verità è che soltanto un viaggiatore ne capisce un'altro e come recitava un proverbio latino solo "il simile conosce il simile".
Lago Baykal
Prime esperienze in viaggio
Uno dei motivi per cui scrivo è perchè mi aiuta a ricordare e ad elaborare. Scrivendo questo post mi sono venuti in mente i miei primi viaggi, e soprattutto i primi consigli di quelli che avevano più del doppio dei miei anni... quante cazzate. Vorrei raccontare di alcuni episodi di viaggio legati anche alla mia pratica buddista, filosofia che seguo da 22 anni ma non in modo pedisseguo, ovvero passivamente e senza ragionare. Nel mio primissimo viaggio in quel di Katmandu in Nepal, mi si palesaro molti personaggi che oggi ricordo con affetto, anche se non sempre si sono comportati bene con me. In quell'occasione alcuni di loro ebbero un classico incidente di viaggio, lo smarrimento delle valigie da parte della compagnia aerea. Avendo viaggiato in gruppo queste persone, con una certa esperienza nella pratica buddista (alcuni erano ex monaci di una scuola del buddismo tibetano), erano stati trattati dalla compagnia aerea in blocco come gruppo. La compagnia non aveva la più pallida idea di dove fossero finite le valigie, e credo non lo seppero mai neanche i proprietari, e mise a disposizione di questo gruppetto alcune cose tipo, indumenti, borse e forse mise a disposizione anche dei soldi. Quello che mi sconcertò fu l'attegiamento di persone con esperienza di meditazione e soprattutto con più di venti anni di esperienza nei viaggi. L'assoluta mancanza di calma necessaria per risolvere un problema, l'inadeguatezza nel rivolgersi alla compagnia aerea e soprattutto la mancanza di solidarietà tra amici (oltre che compagni di viaggio di vecchia data). Questo il primo episodio, il secondo invece è relativo al mio biglietto aereo, essendo il più giovane una persona con esperienza di viaggio e con un inglese migliore del mio (almeno così si diceva), si offri di riconfermare il mio biglietto presso l'ufficio della compagnia aerea. Andammo insieme con il classico tuk tuk ed ottenni il mio biglietto. L'indomani partii per scoprire che il biglietto era sbagliato e che la mia coincidenza da Dheli per Roma non c'era. Rimasi due giorni a Dheli prima di risolvere la cosa. La terza esperienza è anch'essa relativa ai bagagli; uno dei consigli costanti era stato quello di fare attenzione prima e dopo l'imbarco affinche nessuno tentasse di rubare il bagaglio. Come volevasi dimostrare uno di quelli più esperti, che mi elargiva consigli, fu derubato di una valigia piena di macchinette fotografiche molto costose della Nikon. Tutto questo per dire che a volte più dell'esperienza, in viaggio, conta una certa predisposizione al fare attenzione ed al sapersi comportare. Non prendete per oro colato i consigli degli altri, perchè ogni situazione è diversa dalle altre e ricordate di mantenere sempre la calma ovunque vi troviate. Fate sempre da soli le Vs prenotazioni e non delegate altri a questo compito. Fate sempre una assicurazione di viaggio che copra il biglietto, le spese mediche ed il bagaglio, eventuali problemi saranno vissuti con più tranquillità.
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