Spesso mi soffermo a guardare questi strani viaggiatori con enormi zaini sulle spalle ed un aria finto-trasandata: il backpackers. Da quando c'è internet, e da quando ci si può spostare in aereo con estrema facilità questo modo di viaggiare ha perso molto del suo fascino. Nei primi anni 90 era molto difficile reperire informazioni corrette sui luoghi e su dove dormire ed era l'esperienza diretta ad insegnare tutto, spesso con qualche sorpresa. Oggi il backpackers conosce molto bene internet e può usufruire del web un sicuro punto di appoggio. Prima le indicazioni venivano dalle persone conosciute durante il viaggio, o dagli amici. Oggi invece gli amici sono online pronti ad aiutarti anche in tempo reale e senza mai averti conosciuto.
L'asia per questo modo di viaggiare è una meta perfetta. Gli alloggi si trovano con facilità, anche se ci vuole spirito di adattamento, e le persone aiutano sempre "l'uomo bianco", verso il quale hanno sempre un certo certo timore reverenziale, a volte molto fastidioso. Spesso nei paesi asiatici vedono il turista, anche quello squattrinato, come qualcuno che può fare tutto, pieno di soldi, magari soltanto perchè si può permettere di entrare al macdonalds. Nella mia ultima esperienza in un posto rurale una quindicina di bambini si sono accalcati a ridosso dell'auto quando mi sono sporto per fare alcune foto. Mi fa sorridere pensare che alcuni viaggiatori credano davvero di potersi calare nella realtà locale soltanto perchè dormono qualche ora in un posto rurale: noi siamo solo di passaggio, loro restano al villaggio tutta la vita.
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